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BAGNACAVALLO

Bagnacavallo (RA)

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Il capoluogo di Bagnacavallo venne liberato dagli alleati già nel dicembre 1944, anche se ciò non gli risparmiò distruzioni e vittime tra la popolazione, come ricorda il marmo affisso sulla parete del municipio. Ai morti sotto i bombardamenti si devono aggiungere quelli della violenza nazifascista, elencati in un altro marmo sui muri del comune. Sul territorio, rimane memoria dell’orrenda strage consumata dai tedeschi in ritirata il 23 dicembre 1944, quando nella frazione di Masiera, sulle rive del Senio, minarono e fecero saltare due case piene di civili che vi erano rifugiati: 28 persone, soprattutto donne, vecchi e bambini trovarono la morte. Un monumento in via Sottofiume Masiera oggi li ricorda. Anche la lotta partigiana fu particolarmente intensa in queste zone, con numerosi partigiani caduti o giustiziati, di cui rimane memoria nei numerosi cippi presenti sul territorio.
Una settimana dopo la liberazione di Ravenna del 4 dicembre ’44, nella notte fra il 10 e l’11 le truppe canadesi riuscirono a superare il Lamone e a liberare Villanova, come ricorda un monumento costituito da un pezzo di ponte Bailey in via della Chiesa, a poca distanza dal cimitero di guerra. Al tramonto del giorno 19 avviarono un attacco a tenaglia verso Bagnacavallo con l’aiuto dei partigiani mandati in avanscoperta tra le linee nemiche. Causa le forti resistenze tedesche, solo il 21 dicembre, dopo il ritiro della 98a divisione di fanteria, i canadesi dei reggimenti Carleton and York e Princess Patricia entrarono in città. La successiva offensiva finale alleata con il superamento del Senio il 10 aprile 1945 porterà alla liberazione dell’intero territorio bagnacavallese.
Durante l’occupazione tedesca a Bagnacavallo trovarono rifugio temporaneo alcune famiglie di profughi ebrei, grazie all’aiuto di Antonio Dalla Valle e ai coniugi Aurelio e Aurelia Tambini con i figli Vincenzo e Rosina, ai quali, nel 1974, l’Istituto Yad Yashem di Gerusalemme ha conferito il titolo di “Giusti tra le nazioni”. Gli ebrei bagnacavallesi deportati sono invece ricordati in un monumento nel Parco della pace del capoluogo.
(Estratto da G. Ronchetti, "La Linea Gotica, i luoghi dell'ultimo fronte di guerra in Italia", seconda edizione 2018, Ed. Mattioli1885)





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