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Marzabotto

Carlo Lucarelli, Matteo Belli
2008 Associazione Culturale Cà Rossa, Centro Teatrale per l'Oralità


Uno dei più terribili eccidi della seconda guerra mondiale e dell’intero Novecento viene riletto alla luce del destino storico che l’evento ha subito dopo la fine del conflitto, in un iter giudiziario che pare abbia voluto “insabbiare” le indagini sulle responsabilità degli autori, nel rispetto di nuovi equilibri geopolitici che l’Europa andava maturando dalla Ricostruzione in poi. 

Nell’epoca in cui la Germania, riarmandosi, entrava a pieno titolo nello scenario dei Paesi della Nato nel 1955, alcune magistrature e governi europei ritennero “sconveniente” riaprire casi di assoluto imbarazzo internazionale che sono rimasti così sepolti negli archivi, alcuni dei quali trasformati, col passare del tempo, in veri e propri depositi dell’oblio; e del resto, se la Germania avesse dovuto pagare i propri errori perché non avrebbero dovuto farlo anche altri Paesi, come l’Italia, che dalle campagne militari in Grecia, in Etiopia e in Montenegro, ad esempio, non era certo uscita senza macchie e conti da saldare?
In un armadio, nascosto con le ante contro il muro, in fondo a un corridoio della Procura militare di Roma, è rimasto occultato, fino al 1994, il fascicolo numero 1937. Seguendo le tracce di documenti e testimonianze personali, la narrazione procede nel racconto del massacro compiuto da più formazioni tedesche e orientali, che dal 29 settembre al 5 ottobre del 1944 trucidarono, nei dintorni di Marzabotto, settecentosettanta civili, ma prosegue anche in una storia di silenzi e omissioni processuali che giunge sino ai giorni nostri e testimonia, ancora una volta, come il ruolo della memoria sia forse uno dei pochi strumenti che permette di dare voce a chi voce non ce l’ha e di trasmetterne il senso del sacrificio alle nuove generazioni e a quelle che verranno.
Uno spettacolo che intende offrire una chiave d’interpretazione scenica mai dimentica del ruolo creativo di un Teatro di narrazione che non sia solo nozionistico, ma anche rivelatorio di significati inediti, iscritti nella filigrana di quei codici della realtà, che il linguaggio artistico può rendere meglio leggibili ai sensi dello spettatore.
Un ringraziamento particolare a Loris Lepri e Germano Maccioni per il fim-documentario “Lo stato d’eccezione” e, per le loro testimonianze, a Salvina Astrali, Walter Cardi, Renato Clerici, Maria Dani, Caterina Fornasini, Ferruccio Laffi, Gianfranco Lorenzini, Cornelia Paselli, Fernando Piretti, Elide Ruggeri, Lucia Sabbioni.
 
Website "Marzabotto" di Matteo Belli
 

 

 

 

 



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