E' la metà di agosto del 1944. Il 6 giugno gli alleati sono sbarcati in Normandia e il 15 agosto in Provenza. Il fronte italiano perde d'importanza e diviene un teatro di guerra secondario, dove si manifestano sempre più evidenti le differenze strategico-politiche fra inglesi e americani. Dopo l'ingresso a Roma il 4 giugno, le truppe alleate hanno raggiunto Firenze e i tedeschi, dopo aver fatto saltare tutti i ponti sull'Arno, si trovano sulla destra del fiume. Il feldmaresciallo Albert Kesselring, comandante delle armate tedesche in Italia, mette in atto fino all'ultimo la tattica della "ritirata combattuta", prima di raggiungere le difese appenniniche della Linea Gotica, l'ultimo ostacolo della Campagna d'Italia. Si tratta di un temibile fronte di oltre 300 chilometri, che taglia in due l'Italia dal Tirreno all'Adriatico e che bloccherà per otto mesi l'avanzata delle truppe alleate. I tedeschi l'hanno battezzata inizialmente "Götenstellung" e poi successivamente "Grüne Linie" (Linea Verde), anche se passerà definitivamente alla storia con il nome di "Linea Gotica". La fascia di sbarramento va dalle difese costiere tra Massa e La Spezia, si spinge verso le Alpi Apuane, la Garfagnana, l'Appennino modenese, l'Appennino bolognese, l'alta valle dell'Arno, l'alta valle del Tevere sino agli sbocchi sulla Via Emilia, per chiudere sul versante adriatico con gli approntamenti tra Pesaro e Rimini. Poderose sono le difese a protezione del valico appenninico della Futa, dove transita la statale 65 che collega Firenze a Bologna. Già all'indomani dello sbarco alleato in Sicilia i tedeschi hanno pianificato questa realizzazione difensiva, i cui lavori concreti iniziano nel 1944. Da Massa a Pesaro viene costruito un complesso sistema di difese fisse, costituito da campi minati, reticolati, fossati anticarro, trincee, ricoveri e bunker, con l'utilizzo di manodopera italiana, spesso coatta. La Linea Gotica è concepita per ottimizzare al meglio le risorse limitate dei tedeschi in fatto di armamenti e materiali da costruzione, sfruttando al massimo i vantaggi offerti dall'ambiente naturale, modellandosi sulla morfologia della penisola italiana. L'organizzazione Todt ha mobilitato 50.000 operai italiani che, insieme ad una brigata slovacca di 2.000 uomini e sotto il coordinamento di 18.000 genieri tedeschi, hanno provveduto a concentrare le opere fortificate nei punti chiave. Un rapporto relativo alle opere di difesa della Gotica nel settore centro-orientale, redatto nell'estate 1944, elenca 3.604 trincee, 479 postazioni per cannoni anticarro e mortai, 2.376 nidi di mitragliatrice, 16.000 postazioni per tiratori scelti e 9 chilometri di fossati anticarro e attesta che sono stati stesi 120 chilometri di reticolati e posate 95.689 mine antiuomo e anticarro. All'arrivo del fronte, i lavori di fortificazione non sono ancora completati, anche se Kesselring, dopo avere ispezionato le costruzioni in agosto, si dichiara soddisfatto del lavoro compiuto. L'organizzazione difensiva della Linea Gotica è basata su un sistema di fasce fortificate successive, profonde qualche chilometro a seconda della conformazione morfologica del terreno: una "difesa in profondità" che si rivelerà molto utile ed efficace a contenere per mesi la spinta degli attacchi alleati. Non a caso si parla sempre di Linea Gotica (Linea Verde) I e II, proprio per distinguere la prima linea difensiva tedesca dalla seconda, posta mediamente ad una ventina di chilometri a nord della prima. (Estratto da G. Ronchetti, "La Linea Gotica, i luoghi dell'ultimo fronte di guerra in Italia", Ed. Mattioli1885)