La storia di Gino Costantini, maratoneta del regime ma esentato dal servizio militare, si dipana dalla caduta del fascismo nel luglio 1943 fino alla liberazione dell’aprile 1945. Da tranquillo ferroviere il suo animo ribelle lo porta, dopo l’armistizio, a giudicare negativamente la dittatura e poi il rinato fascismo “repubblichino”, facendolo presto diventare un “uomo contro”. Nasconde armi, poi gli toccano il carcere ed il licenziamento. Cerca allora di passare inosservato, ma il suo recente antifascismo lo porta inevitabilmente ad unirsi ai ribelli nella boscaglia. Capo per natura, non tarda molto a diventare “John” e a creare una formazione partigiana autonoma che, sotto il suo comando, diventerà forte di oltre cento uomini, andando ad ingrossare le file della mitica divisione garibaldina Modena, rimanendo ad operare sui monti che circondano il suo paese, Vergato, sull’Appennino bolognese, fino al passaggio del fronte nell’ottobre 1944. Dopo l’incontro con il generale Armando, viene distaccato coi suoi in prima linea sul fondovalle del Reno, a combattere nella “terra di nessuno” al fianco degli alleati, prima i sudafricani e poi gli americani, fino alla primavera della liberazione. Una piccola storia, quella del comandante John. Piccola e insieme grandiosa, sempre in bilico tra quotidianità ed eroismo, dove spesso la paura e la tragedia si mescolano alla giovialità e all’incoscienza giovanile. Una storia vissuta pericolosamente in un periodo in cui la cosa più facile era trovare la morte, nel più banale così come nel più eroico dei modi.
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